mercoledì 30 dicembre 2009

Edicole votive di campagna


Vi siete mai soffermati ad osservare le edicole votive superstiti che si trovano nelle nostre campagne? Certo, transitando con le autovetture la cosa è un pò difficile e sottrae attenzione alla guida, quindi non fatelo. Se invece vi trovate a passeggiare per le strade vicinali o fate un bel giro in bicicletta vi invito a fermarvi ed a riscoprire la bellezza di questi testimoni della devozione popolare dei tempi andati. La conformazione tipica dell'edicola votiva è quella del pilastro, realizzato in pietra o tufo, sormontato da un capitello o da una cuspide coperta da falde spioventi. La struttura è più o meno scolpita e ricca di decorazioni, ritengo più a causa della capacità di spesa del committente che al suo gusto estetico. Nella parte terminale superiore si apre una nicchia che contiene, sarebbe più corretto dire conteneva, l'effige di Cristo, della Madonna o di un Santo. Immediatamente sotto la nicchia si trova, solitamente, una lapide con una iscrizione votiva e una data. Devo confidarvi che trovo molto interessante la lettura delle lapidi perchè da esse si riesce a comprendere la nostra storia più autentica; quella scritta dalla gente comune nelle proprie dichiarazioni di fede. Molte edicole sono pregevoli anche sotto l'aspetto architettonico e ritengo auspicabile un loro censimento e una loro valorizzazione. Anche in questo caso devo tristemente concludere denunciando che le edicole votive di campagna sono oggetto da sempre di furti e danneggiamenti. I dipinti che in esse erano alloggiati da tempo oramai ornano le case dei soliti collezionisti mentre i capitelli, le mensole ed in generale i fregi in pietra, smontati senza troppo riguardo, fanno mostra di se in giardini privati. Spesso mi domando quale sia la molla che spinge alcune persone a saccheggiare il territorio in cui vivono, a deturparlo, a vilipenderlo. La risposta non l'ho ancora trovata ma dubito fortemente che si tratti della disperazione di gente bisognosa. Temo si tratti di una deriva dei valori.      

lunedì 28 dicembre 2009

Natale in campagna


Avere venti gradi di temperatura nel giorno di Natale è davvero un'esperienza curiosa. Intendo dire che il freddo e la neve sono elementi del rito stesso della festa e la loro assenza sembra diminuirne il fascino. Questo inconsueto favore del clima, però, ha favorito le attività all'aria aperta e mentre molti si sono regalati belle passeggiate sul lungomare di Santo Spirito, io, neanchè a dirlo, ho trascorso la mattinata in campagna in compagnia della mia eroica bicicletta di nome Giulia. L'aria era primaverile, gli ulivi argentei e maestosi ed i muretti di pietre a secco apparivano bianchissimi per la intensa luce che il sole proiettava su di loro. Mi sono rilassata moltissimo. Torre di Spoto era in gran forma e sui davanzali delle sue finestre i passeri cantavano al sole. Bellissimo. Purtroppo devo segnalare che la grande cisterna pubblica denominata "pescara tre delle cinque" ubicata sulla via di Cela, a breve distanza da Torre di Spoto, si trova in condizioni di abbandono e versa in uno stato di rovina. Naturalmente non si tratta dell'unico scempio che ho incontrato sulla strada. La stessa Torre di Cela non se la passa bene e la Torre Carrieri che si trova in corrispondenza dell'incrocio per Torre di Spoto è pressochè diroccata. Certamente il triste primato del degrado spetta alla settecentesca villa de Ilderis, ubicata nelle vicinanze, che versa in uno stato di gravissimo degrado. Come ho già scritto in altri post, questo sembra l'inesorabile destino dei beni architettonici che si trovano nelle nostre campagne. Che peccato, però. Davvero non c'è niente da fare?